Tornare a fare politica

Written on 01:41 by Bolognasicura

Tornare a fare politica, per garantire Sicurezza al Paese


Stupri a Bologna, rapine e omicidi a Roma, droga e violenza un poco ovunque. Il più delle volte, statisticamente parlando, al centro della scena criminale, il protagonista assoluto del degrado è un immigrato. Un extracomunitario clandestino, spesso, ma anche un europeo dell’Est, della Romania o dell’Albania, per il quale la vecchia definizione non si addice più. A Romano Prodi sono tremate le mutande, davanti all’ultimo scempio consumato alla periferia della Capitale e, con rapidità inusuale per il suo governo, ha varato un “pacchetto sicurezza” che il Capo dello Stato, altrettanto inusualmente, ha controfirmato in men che non si dica. Tutto bene, quindi? No, per niente. Quel “pacchetto” non contiene nulla di più di quanto non fosse già previsto dalle nostre leggi e non stanzia un centesimo per il rafforzamento delle nostre strutture di sicurezza e per l’ordine pubblico. Ci sono, in quelle pagine, solo chiacchiere e la possibilità per i prefetti di decretare – non di far eseguire, che è cosa ben diversa – l’espulsione immediata dello straniero che fosse colto a compiere reati. Il problema, però, sta tutto qui: fintanto che si continueranno a espellere – e, per di più, virtualmente – solo gli immigrati che hanno “dimostrato” di essere criminali, il Paese non sarà mai al sicuro; bisognerebbe – e una direttive europea lo permetterebbe – espellere tutte quelle persone, fossero anche un milione o due, che vivono in Italia senza una fissa dimora, senza una stabile occupazione, senza la possibilità di dimostrare un reddito con cui sostenersi. Anche agli sprovveduti è chiaro come sia più “conveniente” fare e essere povero in Italia, piuttosto che nella periferia di Bucarest o di Valona, piuttosto che nei deserti o nei suk africani. Quel che è chiaro a tutti, però, è che questo vantaggio per l’immigrato costituisce un’emergenza per l’Italia. Ormai, infatti, non è possibile più girare tranquilli per le strade neanche nelle zone considerate, almeno un tempo, “privilegiate”. Passeggiare di sera per il centro storico di Bologna – come in quello di Roma o di Firenze – significa incontrare bande di giovani o adulti nord-africani, slavi o albanesi che spacciano; fanno baccano; gozzovigliano con bottiglie di vino e di birra. Una situazione generale di insicurezza e di pericolo che genera frustrazione e che non è certo lenita dal pensiero che, se e quando verrà consumato un crimine o una violenza, il reo sarà catturato e condannato. Una volta subiti, la rapina o lo stupro, quale sollievo può venire dalla punizione del colpevole? Giusto quello riassunto dall’antico adagio: “È meglio di niente”. C’è bisogno di altro, in Italia e a Bologna. C’è bisogno di un governo serio – si potrebbe dire di un governo di Centrodestra o di Destra, ma si è arrivati a un punto che gli italiani si accontenterebbero anche solo di un governo serio, anche se di Centrosinistra -; c’è bisogno di un sindaco vero, non di un “guitto” da grande stampa e da “tv” che non ha fatto una sola delle cose per le quali, fuori da Bologna, tutti lo incensano. Governo e sindaco che non “pioveranno dal cielo”, né oggi né domani né mai. Tutti devono portare il loro contributo per il cambiamento vero della rotta su cui far viaggiare Bologna e l’Italia. Come? Ritornando a fare massicciamente politica attiva, nei partiti e nelle associazioni; chiedendo a quanti si offrono di rappresentare gli altri impegni seri sulla sicurezza e Su altri temi importanti sui quali si discuterà in seguito; manifestando ciclicamente il proprio appoggio per i politici “bravi” e le istituzioni che “funzionano”, oppure la propria indignazione per quelli che pensano solo ai loro interessi o che stanno in piedi solo per la distribuzione degli stipendi a fine mese. Bisogna raccogliersi intorno a idee semplici e forti e in numero sufficiente a farle valere, queste idee. Altrimenti, resteranno giusto le parole da blog o i discorsi da bar, utili ad alleggerire il fegato dalle pesantezze quotidiane, ma solo a quello. Bisogna muoversi e bisogna fare in fretta, se non si vuole assistere al tramonto definitivo della nostra società.

Massimiliano Mazzanti